Soluzioni di coppia
A volte la ricerca della gravidanza può risultare più difficoltosa del previsto. Quando, però, il tempo passa e gli insuccessi aumentano, è opportuno che i partner si sottopongano ad analisi specifiche per scoprire le eventuali cause che impediscono la gestazione, sia che si tratti di Infertilità sia di Sterilità.

Sterilità e Infertilità
I termini Sterilità e Infertilità vengono spesso utilizzati come sinonimi, ma hanno, in realtà, un significato molto diverso.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) definisce Sterilità la situazione di una coppia in cui uno o entrambi i membri sono affetti da una condizione fisica permanente che non rende possibile il concepimento. Questo si verifica in caso di azoospermia, di menopausa precoce o di assenza di utero congenita.
Si parla, invece, di Infertilità quando una coppia, per cause relative all’uomo o alla donna, non riesce ad ottenere una gravidanza dopo un anno di rapporti costanti e non protetti.
Il termine Infertilità, quindi, al contrario di Sterilità, non si riferisce ad una condizione assoluta, bensì ad una situazione generalmente risolvibile e legata ad uno o più fattori interferenti.

Il metodo terapeutico 
Relativamente all’Infertilità si distingue in:

• primaria, in cui la coppia non è mai stata in grado di concepire
• secondaria, in cui vi è l’impossibilità di concepire un altro figlio, dopo una precedente gravidanza
• idiopatica, o non spiegata, dove non è possibile identificare una causa organica, responsabile di tale situazione, mentre sembra essere rilevante la componente psicologica.

Comprendere la causa dell’infertilità in una coppia è fondamentale, in quanto permette di determinare il giusto metodo terapeutico da effettuare.

Il dottor Paolillo Diodati dedica particolare attenzione allo studio dell’Infertilità di coppia le cui cause possono essere attribuibili all’uomo, alla donna o a entrambi i partner.

Il dottore pone molta attenzione a rendere la visita ginecologica poco fastidiosa, mettendo la donna a proprio agio sin dalla prima volta.

Studiare la coppia
Ci sono tanti fattori che possono causare o contribuire alla sterilità, ed è necessario uno studio accurato della coppia per risolvere il problema.
L’infertilità maschile deriva principalmente da alterazioni del liquido seminale. Tutto dipende dalle caratteristiche degli spermatozoi, che devono essere un numero adeguato – più di 20 milioni per ml – e dotati di corretta motilità.
L’infertilità femminile deriva invece da alterazioni anatomiche o funzionali che si verificano a livello degli organi della riproduzione. Tra questi, l’anovulazione: l’ovaio non è in grado di garantire l’ovulazione per svariati fattori che vanno dallo stress alla sindrome dell’ovaio policistico.
Ci sono anche altri fattori da valutare: endometriosi, blocco fisico, produzione di ormoni inadeguata, mancanza di ormone luteinizzante, livelli alti di prolattina. Insomma, appare chiaro che l’infertilità della coppia è un problema complesso.

Prima della visita
È utile raccogliere informazioni sulla storia riproduttiva della propria famiglia (A che età è entrata in menopausa nostra madre o nostra sorella? Ci sono casi di aborto ricorrente? Ci sono malattie ereditarie?). È importante sapere se in famiglia ci sono casi di malattie genetiche (anomalie congenite, ritardi mentali), malattie dismetaboliche (ad esempio diabete), malattie endocrine (ad esempio disfunzioni della tiroide), malattie infettive croniche (ad esempio turbercolosi).

Storia di coppia
Il dottore ha bisogno di sapere da quanto tempo si cerca una gravidanza, quali anticoncezionali si usavano, quanti rapporti sessuali si hanno e come sono distribuiti durante il ciclo. Sono importanti anche le informazioni sulle abitudini di vita di entrambi: attività lavorativa, alimentazione, consumo di alcool e tabacco ecc. Sarà necessario approfondire la storia riproduttiva e sessuale di entrambi, ad esempio a che età c’è stato il primo rapporto sessuale, se ci sono mai stati problemi sessuali, malattie o infezioni dell’apparato riproduttivo, interventi chirurgici.

Storia personale

Per quanto riguarda la donna è importante sapere a che età ha avuto la prima mestruazione, se ha avuto gravidanze, aborti o parti, e naturalmente come sono i cicli mestruali: se le mestruazioni sono regolari e quanto durano, se sono dolorose ecc.
Per quanto riguarda l’uomo è importante sapere se ci sono state o sono in corso malattie che possono influire sulla funzione riproduttiva (ad esempio gli orecchioni o il diabete), se ci sono problemi urologici.

Dalla diagnosi alla soluzione
A partire dalla diagnosi di infertilità, Il dottor Paolillo Diodati proporrà il percorso da seguire, gli esami cui sottoporsi e le soluzioni più opportune, farmacologiche o chirurgiche, fino, eventualmente, alle tecniche più all’avanguardia di fecondazione e di procreazione assistita.

Spermiogramma

La sterilità maschile
La sterilità maschile è una condizione dovuta essenzialmente al fatto che il seme maschile non è in grado di fecondare l’ovocita, la cellula germinale femminile.
La sterilità secretoria è probabilmente quella che viene riscontrata più di frequente. È caratterizzata dalla presenza di un’alterazione di tipo qualitativo e/o quantitativo del seme maschile; per esempio una ridotta concentrazione degli spermatozoi nell’eiaculato oppure una scarsa motilità o alterazioni di tipo morfologico degli spermatozoi. All’origine possono esserci fattori di tipo congenito o, più spesso, fattori di tipo acquisito, patologie infiammatorie o vascolari, assunzione di determinati farmaci, tossicodipendenza, esposizione a sostanze tossiche e radiazioni ionizzanti (radioterapia). Alcune patologie caratterizzate da febbre elevata possono provocare una sterilità di tipo transitorio.

L’esame
Lo spermiogramma è l’esame del liquido seminale. In pratica, il primo passo dell’iter diagnostico relativo alla valutazione della fertilità maschile. Il liquido seminale deve essere valutato a fresco, vale a dire entro circa 2 ore dall’eiaculazione e il campione deve essere raccolto in un contenitore sterile. Questo esame consente, attraverso la valutazione al microscopio di numero, forma e movimenti degli spermatozoi, di stabilire se il partner maschile di una coppia sia effettivamente infertile.

Esame del sangue con screening ormonale

L’esame
Il dosaggio ormonale consente di determinare la concentrazione nel sangue di diversi prodotti dalle ghiandole endocrine, cioè da quelle ghiandole che attraverso gli ormoni regolano il corretto funzionamento dell’organismo. La concentrazione di ormoni presenti permette di stabilire se le ghiandole che li producono funzionano al meglio o, al contrario, se producono meno ormoni oppure più ormoni del normale.
Con il dosaggio ormonale si evidenziano, quindi, eventuali malattie che comportano squilibri ormonali. Sono molti gli ormoni che possono essere analizzati: in genere, però, il medico prescriverà il dosaggio soltanto per alcuni di essi, a seconda dei sintomi che il paziente presenta. Si tratta, infatti, di un tipo di esame che non viene mai fatto di routine, ma sempre soltanto dietro una richiesta del medico.
Il dosaggio ormonale può essere prescritto sia all’uomo che alla donna. Le donne devono seguire dei piccoli accorgimenti: innanzitutto non vi deve essere assunzione di pillola anticoncezionale e in secondo luogo il prelievo del sangue per l’analisi deve avvenire in giorni lontani dal ciclo mestruale.

Tampone vaginale

L’esame
Il tampone vaginale è un esame diagnostico finalizzato alla ricerca di microrganismi responsabili di infezioni della vagina o della cervice uterina. Un semplice bastoncino, simile ad un cotton-fioc, viene inserito nella vagina per prelevare un campione di cellule. Il tampone vaginale è uno strumento molto utilizzato nella diagnosi di malattie veneree (a trasmissione sessuale), e infezioni, dovute per esempio a funghi (come la Candida) o protozoi (Trichomonas).

Ecografia pelvica

Uno strumento fondamentale
L’ecografia pelvica è uno degli strumenti più importanti nella diagnosi dell’infertilità (e nella ginecologia in genere) perché consente di visualizzare l’interno dell’apparato riproduttivo. Tramite l’ecografia pelvica è possibile ad esempio valutare le dimensioni e la forma dell’utero e delle ovaie, l’endometrio, la vescica, evidenziando quindi qualsiasi alterazione anatomica e strutturale cui questi organi possono andare incontro e controllare se ci sono cisti ovariche o fibromi uterini. Invece per quanto riguarda le tube l’ecografia non dà molte informazioni, perché in condizioni normali le tube non sono visibili ecograficamente; si possono visualizzare parti delle tube solo se sono in atto processi patologici che ne comportano una dilatazione, ad esempio una forte infiammazione o una gravidanza extrauterina.

L’esame
La sonda ecografica, appoggiata sull’addome (ecografia transaddominale) o inserita in vagina (ecografia transvaginale) emette un fascio di ultrasuoni che incontrando le strutture anatomiche le attraversa e viene riflesso indietro diversamente a seconda della loro natura e densità, generando su uno schermo un’immagine di ritorno. Si tratta di un esame innocuo per l’assenza di radiazioni ionizzanti, non doloroso, di esecuzione relativamente semplice, con risultato immediato.

Esame endoscopico

Endoscopia Transvaginale
L’Endoscopia Transvaginale permette di fare una valutazione più approfondita della mucosa tubarica, di diagnosticare aderenze ovariche e endometriosi, di praticare una esplorazione pelvica approfondita nei casi a rischio, come quelli che vedono coinvolte donne obese o che hanno subito interventi chirurgici precedenti. Inoltre la tecnica permette di praticare piccoli interventi chirurgici, come il drilling ovarico (cioè la creazione di tanti minuscoli fori sulla superficie dell’ovaio per ripristinare l’ovulazione), o di selezionare le pazienti che necessitano della fecondazione in vitro.

L’esame
È un esame mini invasivo che permette di indagare ovaie, tube e utero attraverso una sonda miniaturizzata collocata sulla punta dello strumento endoscopico, e che sostituisce nella pratica l’isterosalpingografia, l’isteroscopia e la laparoscopia. L’esame può essere eseguito senza anestesia generale e non richiede un ricovero, si rivela particolarmente utile nei casi d’infertilità inspiegata e di dolore pelvico cronico di origine ignota.

Monitoraggio dell’ovulazione

L’ovulazione
Il primo e più importante elemento da conoscere per valutare la fertilità femminile è sapere se la donna ovula. È molto improbabile che una donna che abbia sempre avuto cicli mestruali regolarissimi non ovuli, ma per averne una conferma sarebbe bene che prima di iniziare il protocollo diagnostico per l’infertilità la donna monitorasse i suoi cicli per qualche mese, in modo da avere una prima indicazione sul fatto che siano ovulatori o anovulatori.

L’esame
L’esame si basa su una serie di osservazioni ecografiche, realizzate in diversi giorni del ciclo ovulatorio, sia in condizioni basali che durante una stimolazione dell’ovulazione. L’osservazione si esegue preferibilmente per via transvaginale, utilizzando una sonda interna che permette la migliore visualizzazione delle ovaie, dello stadio e delle dimensioni dei follicoli e dell’aspetto dell’endometrio. Il test non è doloroso e dura pochi minuti. Questo esame permette di monitorare lo stadio di sviluppo e il numero di follicoli che vanno incontro a processi maturativi. Nei primi 3 giorni del ciclo si può effettuare la conta dei follicoli antrali (AFC), uno degli indici più affidabili per la valutazione della riserva ovarica di ciascuna donna.